Gherardo del Colle

Gherardo del Colle
 
Gherardo del Colle  
Scritti teatrali  

a cura e con un'introduzione di Roberto Trovato  
agosto 2013  
Fuori collana  
serie RICERCA  
area tematica Umanistica   
118 pagine 
ISBN 978-88-97752-23-3 | € 14,00 

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Il libro

Gherardo Del Colle (1920-1978), frate cappuccino, è autore di un piccolo ma interessante corpus drammaturgico composto tra il 1957 e il 1971. Quelli qui pubblicati sono sei inediti, quattro in lingua (Ernesto Tornapresto, Ospite funesto; Si parte; In viaggio e Si ritorna!) e due in dialetto (E Casan-ne de Frae Crispin e A “Pro loco” de Monteamao), redatti tra il 1967-69. A comprovare le curiosità intellettuali di questo singolare letterato sono pubblicate alcune dense notazioni sul teatro, di incerta datazione, mai pubblicate. A completamento della figura di Del Colle, viene riportato un articolo sulla produzione teatrale del filosofo cattolico Gabriel Marcel, uscito su “Il corriere mercantile” il 30 maggio 1977. Nella sua drammaturgia in lingua, come in parte anche in quella dialettale, peraltro più decisamente orientata verso temi religiosi, Del Colle mostra di aderire in maniera originale per un verso alla lezione di Achille Campanile (1899-1977) e per l’altro a quella del primo Ionesco (1912-1994), che dimostra di conoscere bene. Da Campanile a Ionesco derivano vari elementi: umorismo verbale di inedito sapore,impianto narrativo argutamente paradossale, condensazione felice dell'azione, illogicità faresca della situazione di partenza, lingua mai grossolana e personaggi ridicoli e spassosi. Del resto i riferimenti a Campanile sono attestati dalla condensazione ironica di matrice futurista, dalle gag fulminanti e di irripetibile concisione,dalla distorsione e parodizzazione della conversazione di tutti i giorni. Le battute di Campanile e quelle di Ionesco presentano singolari assonanze con quelle presenti nei testi del nostro frate cappuccino. In effetti tratti caratterizzanti del teatro di Del Colle sono il nonsense, il calembour, il paradosso, l'umorismo verbale, l'arguzia, l'illogico, il farsesco, peraltro sempre raffinato, la mordacità elegante e le freddure verbali godibili.

Curato da

Roberto Trovato (Alessandria, 1947), professore di Drammaturgia nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Genova, è autore di numerosi studi, in particolare sul teatro italiano fra ’500 e ’900. Ha curato l’edizione critica di sette inediti: due commedie e una tragedia del secolo XVI, Erithia di Scalini (1981), I confessori e Il Meleagro di Odoni (1984 e 1988), una tragicommedia del secolo XVII, Il fazzoletto di Marini (1997), due testi del XVIII secolo, Lettera alla Bettina e Scenari della Commedia dell’arte di Albergati Capacelli(1984 e 1991) e di uno dell’800, La rappresentazione di Otello nella ricostruzione di Tuckerman Mason(2003). Ha scritto nel 1996 una monografia sul teatro di Lasca e, assieme a Enrico Baiardo, Un classico del rifacimento (L’Amleto di Carmelo Bene). Tra il 1992 e il 2002 ha prefato testi di Bagnara, Campodonico, Cormagi, Faggi, Fratti, Martini, Musso, Steva De Franchi, Rottondo, Viganò e della Bono. Nel 1997 è stato insignito del Premio Città di Genova per la cultura. A cura sua e di Stefano Termarini, è uscita nel 2005 per i tipi della torinese Utet il volume "Teatro comico del Cinquecento (la tonaca in commedia)", raccolta in nove pièces centrate sul personaggio dell'ecclesiastico,con ampio apparato di note introduttive e a piè pagina di una lunga introduzione. Nel 2006 ha pubblicato presso Aracne di Roma la monografia "Dario G. Martini, l'antiapocalisse. Un autore teatrale italiano fra 2 millenni". Sono appena usciti il volume "il gesto sulla parola", un'ampia introduzione all' "Antologia di teatro italiano contemporaneo" e un saggio articolato su "Ritratto di un principe con gatto" e "Ultima estate dei Fieschi" di Elena Bono.

Ultimo aggiornamento 29 Febbraio 2024