(a cura di Stefano Schiaparelli)
La fauna antartica
La fauna antartica è unica al mondo ed è caratterizzata da specie adattate alle estreme condizioni dell’ambiente polare.
Se sulla terra ferma le forme viventi (principalmente muschi, licheni e pochi artropodi microscopici) sono rare e limitate alle poche aree non ricoperte da ghiaccio, in mare la vita è notevolmente diversificata ed anche abbondante in termini di biomassa (definibile come la quantità totale di sostanza organica, rapportata a unità di superficie o di volume, costituita da organismi viventi).
Le acque antartiche, infatti, ospitano moltissime specie che vivono a contatto con il fondo marino (benthos), specie che vivono nella colonna d’acqua e sono trasportate passivamente dalle correnti (plancton), specie che nuotano (necton) e specie che si tuffano in mare per procacciarsi cibo (uccelli marini, pinguini, foche).
Inoltre, durante l’estate australe (che corrisponde ai nostri mesi invernali) , molte specie di grosse dimensioni quali i cetacei migrano da latitudini inferiori proprio nell’Oceano Meridionale, attirati dalla grande disponibilità di cibo e dalla necessità di aumentare le riserve di grasso che saranno poi utili nel periodo riproduttivo.
La biodiversità delle acque antartiche appare unica e, allo stesso tempo, vulnerabile agli effetti delle variazioni climatiche dovute al riscaldamento globale, all'esposizione ai raggi UV e all'acidificazione degli oceani.
È importantissimo monitorare l'Oceano Meridionale, poiché questo funge da sentinella nel rilevare l'impatto dei cambiamenti ambientali. Ecco perché ogni anno, anche per questo motivo, ricercatori di moltissime nazioni si recano in Antartide per condurre ricerche scientifiche nell’ambito di svariate discipline (biologia, chimica, fisica, geologia, etc.).
Nel libro Capitano E. Shackleton - Fuga dai confini ghiacciati del mondo si trovano molti esempi di organismi antartici. Scopriamo insieme alcune delle loro caratteristiche più singolari.
GLI ALBATRI
Gli albatri sono uccelli di mare dell'ordine Procellariiformes (famiglia Diomedeidae) e sono tra i volatili più grandi della Terra. Sono formidabili volatori e riescono a percorrere enormi distanze, sfruttando le correnti d'aria ascendenti: è possibile vederli volare vicinissimi alle onde, che lambiscono con le ali senza mai toccare l’acqua. Le ali sono mantenute sempre aperte grazie ad uno specifico fascio tendineo che le blocca in questa posizione senza la necessità di alcuna azione muscolare, che sarebbe molto dispendiosa dal punto di vista energetico.I PINGUINI
Sebbene siano uccelli marini (cioè uccelli strettamente legati all’ambiente marino, da cui traggono il nutrimento), i pinguini sono generalmente trattati separatamente dagli altri uccelli marini. Infatti, rispetto ai loro antenati che erano uccelli volanti, i pinguini hanno perso la capacità di volare e si sono specializzati nel nuoto in immersione.In questa immagine è raffigurato un Il pinguino dal sottogola, Pygoscelis antarcticus (Forster, 1781), caratterizzato da una sottile fascia nera che passa sotto al collo e che sembra mantenere in posizione un cappuccio nero. Questa caratteristica lo rende immediatamente distinguibile da tutte le altre specie di pinguini.
PULCINI DI PINGUNO IMPERATORE
In questa immagine sono raffigurati alcuni pulcini di pinguino imperatore, Aptenodytes forsteri G. R. Gray, 1844.Il pinguino imperatore è endemico dell'Antartide ed è il più alto e il più pesante tra tutti i pinguini. Può infatti raggiungere i 120 cm di altezza ed un peso di circa 40 Kg.
I pulcini, in attesa del ritorno dei genitori che sono andati in mare a procacciarsi il cibo, spesso formano dei gruppi con lo scopo di scaldarsi.
Un modello 3D di pulcino di pinguino imperatore realizzato dal Museo Nazionale dell’Antartide (MNA) può essere visualizzato a questo link. Un modello 3D di un uovo di pinguino imperatore può essere visionato a questo link.
IL PINGUINO REALE
Il pinguino reale, Aptenodytes patagonicus Miller, 1778, è leggermente più piccolo del pinguino imperatore, raggiungendo quasi il metro di altezza ed un peso massimo di 15 kg.Il pinguino reale si trova soprattutto in aree subantartiche e non nidifica al di sotto del 60° di latitudine sud. Nidifica su spiagge piatte prive di neve o ghiaccio, a differenza del pinguino imperatore che nidifica esclusivamente sul pack e fino alla latitudine di 78°S.
LA PROCELLARIA DELLE TEMPESTE DI WILSON
In questa immagine è raffigurato uno stormo di procellarie delle tempeste di Wilson, Oceanites oceanicus Kuhl, 1820.Questo piccolo uccello marino è una delle specie di uccelli più abbondanti al mondo e ha una distribuzione circumpolare, principalmente nei mari dell'emisfero meridionale. Come ricorda il nome sia del genere sia la specie, questa procellaria passa gran parte del tempo in oceano aperto dove cattura piccoli organismi planctonici che individua sulla superficie del mare e cattura con il piccolo becco.
La procellaria delle tempeste di Wilson raggiunge la terraferma solo nel periodo della riproduzione. Dato che trascorre così poco tempo sulla terraferma, nel corso dell’evoluzione di questa specie le zampe si sono enormemente assottigliate, tanto da sostenere a stento il peso del corpo. Pertanto, quando deve atterrare su di un substrato diverso dall’acqua, l’Oceanites oceanicus mostra la curiosa abitudine di accovacciarsi immediatamente per non sottoporre le zampe ad uno sforzo eccessivo.
LA BALENOTTERA AZZURRA
Il più grande degli animali della Terra, la maestosa balenottera azzurra, Balaenoptera musculus Linnaeus, 1758, si trova in tutti gli oceani del mondo.Durante l’estate australe frequenta i margini delle banchise polari, spostandosi poi nelle acque tropicali e subtropicali durante i mesi invernali.
Le balenottere azzurre furono pesantemente sfruttate per il loro olio, carne e fanoni fino a metà del ‘900, riducendo drasticamente la popolazione della specie vicino al punto di estinzione. La popolazione originariamente più numerosa, quella antartica, si è così ridotta allo 0,15% del numero di esemplari presenti prima dell’inizio dello sfruttamento da parte dell’uomo.
Informazioni dettagliate sugli organismi marini antartici possono essere trovate in un volume di libero accesso (in lingua inglese), intitolato Biogeographic Atlas of the Southern Ocean (Atlante biogeografico dell’Oceano Meridionale).
Molti dei capitoli più importanti dell’Atlante possono essere visionati e scaricati a questo link.
Il volume è stato è stato pubblicato nel 2011 e rappresenta il risultato di anni di lavoro di moltissimi ricercatori che hanno operato nell’ambito dell'Anno Polare Internazionale 2007-2009 e del Censimento della vita marina 2000-2010 (COML).
Questi ricercatori hanno sviluppato le proprie ricerche in un sottoprogetto del COML, il CAML (Census of Antarctic Marine Life, ) e in collaborazione con lo SCAR Marine Biodiversity Information Network (www.scarmarbin.be e www.biodiversity.aq).
Il Museo Nazionale dell’Antartide (MNA, Sezione di Genova) ha partecipato a tutti questi progetti ed è partner fondatore del progetto Antarctic Field Guide.
La ricerca scientifica italiana in Antartide
Tutte le ricerche scientifiche italiane che si svolgono in Antartide sono coordinate dal Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA), nato nel 1985. I progetti di ricerca scientifica ideati dai ricercatori sono vagliati da un’apposita Commissione Scientifica Nazionale per l’Antartide (CSNA), che seleziona le proposte di ricerca più meritevoli. Queste si svolgono poi sotto il coordinamento del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) ed attuate, per quanto riguarda gli aspetti logistici, dall’Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l'Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile (ENEA). Tutti i campioni scientifici (organismi, rocce, meteoriti, carote di ghiaccio, etc.) prelevati in Antartide nel corso delle spedizioni scientifiche confluiscono al termine delle stesse nelle collezioni del Museo Nazionale dell’Antartide (MNA), dove rimangono a disposizione per ulteriori studi e confronti.