Giovanni Andrea Doria (1540-1606)

Giovanni Andrea Doria    
 
Giovanni Andrea Doria (1540-1606)      
Immagini, committenze artistiche, rapporti politici e culturali tra Genova e la Spagna       

di Laura Stagno      
febbraio 2018      
ristampe: giugno 2021    
collana Arti visive e patrimonio culturale      
linea editoriale Ricerca      
area tematica Umanistica      
area disciplinare Scienze dell'Antichità, Filologico-Letterarie e Storico-Artistiche  
400 pagine     
ISBN 978-88-94943-03-0 | € 30,00     
e-ISBN (pdf) 978-88-94943-04-7 | € 18,00     

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Il libro

La figura di Giovanni Andrea I Doria (1540-1606) ed i caratteri delle sue articolate committenze artistiche non possono essere intesi se non in un’ottica che supera nettamente i confini genovesi. Il ruolo del Doria è compiutamente intelligibile solo se iscritto nel sistema di potere ispano-asburgico. Entro questi parametri internazionali Giovanni Andrea maturò una politica dell’immagine consapevolmente a servizio della sua strategia di potere. Attraverso forti investimenti nelle forme più alte della socialità aristocratica e l’allestimento di residenze che costituivano di per sé una componente essenziale del «lustro, et stato» della casa, Giovanni Andrea sosteneva il proprio prestigio su più versanti. Il Palazzo del Principe a Fassolo era l’epicentro di questo sistema di rappresentanza, cui contribuiva in modo essenziale attraverso l’articolazione degli spazi, la magnificenza dei giardini, le estese decorazioni pittoriche e plastiche, la straordinaria ricchezza di arazzi ed argenti (nonché - in misura nettamente minore – dipinti). La stessa immagine di Giovanni Andrea – che fu anche importante mediatore dell’invio di opere genovesi in terra spagnola - risulta agganciata in via prioritaria ad iconografie o occasioni legate al suo rango e alla sua rete di relazioni: in particolare Lepanto – il grande trionfo cristiano sul nemico turco, in cui egli ebbe parte rilevante, seppure controversa – divenne eccezionale catalizzatore delle sue committenze. L’intento di questo studio è quello di ricomporre, attraverso una serie di dettagliate microanalisi, una visione complessiva dei caratteri e dell’impatto del patronage del Doria, con particolare riferimento alla sua principale dimora genovese.

Scritto da

Laura Stagno è professore associato di Storia dell’arte moderna presso l’Università degli Studi di Genova, dove insegna “Iconografia e iconologia” e “Storia dell’arte della Liguria in età moderna”; coordina inoltre il corso di laurea in Conservazione dei Beni Culturali. È supervisore delle attività scientifiche e di restauro del Museo di Palazzo del Principe, di cui è stata conservatore. Le sue attività di ricerca – concretate in monografie, interventi in convegni e articoli su riviste scientifiche pubblicati in Italia e all’estero – sono focalizzate sul Cinquecento e sul Seicento. Ha trattato in particolare temi di iconografia religiosa e profana, tra i quali la raffigurazione dell’alterità religiosa e le immagini di vanitas. Ha dedicato numerose pubblicazioni all’analisi della committenza e del collezionismo a Genova tra il XVI e il XVIII secolo, con specifica attenzione al ruolo dei Doria principi di Melfi nell’articolazione ampia dei loro interventi sul territorio ligure e dei loro rapporti internazionali.

Ultimo aggiornamento 21 Agosto 2024